Lesione capsulo legamentosa del compartimento laterale
Eziopatogenesi
Le lesioni della caviglia costituiscono, contestualmente alle lesioni muscolari, l’evento traumatico maggiormente diffuso in ambito sportivo. Soprattutto la lesione del compartimento laterale, costituisce di fatto, quella che potremmo definire con il termine di “distorsione dell’atleta”, definizione più che mai appropriata, dal momento che quest’ultima comprende ben il 90% di tutte le distorsioni di caviglia. La sollecitazione biomeccanica che determina la sua insorgenza è costituita dal movimento di inversione dell’articolazione tibio-tarsica (piede in equino-varo-supinato). Il legamento maggiormente interessato è il peroneo-astragalico-anteriore (PAA) seguito, con minor frequenza, dal peroneo calcaneare (PC), mentre il peroneo-astragalico-posteriore (PAP) è solo raramente interessato, il suo coinvolgimento avviene infatti solo nel momento in cui prevalga fortemente la componente di adduzione del piede.
Sostanzialmente, di fronte al terapista od al preparatore atletico, possono presentarsi due differenti quadri situazionali, il primo rappresentato da una caviglia che abbia appena subito un trauma distorsivo di entità variabile e che debba essere trattata conservativamente ed il secondo costituito da una caviglia che abbia subito più traumi distorsivi e che abbia esitato in una instabilità cronica.
Clinica e diagnosi
Dopo aver escluso radiograficamente patologie ossee associate, occorre quantificare l’entità del danno legamentoso. E’ pertanto indispensabile programmare, dopo parziale risoluzione dell’ematoma (dopo quindi circa 48 ore dall’evento traumatico) un esame ecografico. In caso di dubbio su fratture occulte, oppure su possibili danni di tipo cartilagineo a carico dell’articolazione sottoastragalica, è consigliabile programmare una TC od una RM. Nelle lesioni di grado lieve è sufficiente una breve astensione dal carico, generalmente compresa tra 2 e 7 giorni, mentre dalle lesioni di grado intermedio in poi è consigliabile, contestualmente all’astensione dal carico, l’adozione di un tutore tipo “air cast”, per un periodo di tempo variabile in funzione dell’entità del danno legamentoso stesso, in modo tale da favorire i processi biologici di riparazione legamentosa. Nel caso di lesione totale o sub-totale del PAA, è possibile notare, già entro pochi minuti dall’evento traumatico, una tumefazione perimalleolare esterna, imputabile alla rottura di un piccolo vaso arterioso contenuto nel legamento stesso. In questo caso è consigliabile effettuare un bendaggio compressivo con ossido di zinco da mantenersi per 3-5 giorni.
Trattamento
Il protocollo riabilitativo è incentrato sul rinforzo della muscolatura intrinseca ed estrinseca del piede e di tutti i muscoli stabilizzatori del compartimento esterno della caviglia. Per ciò che riguarda la terapia strumentale sono consigliabili, allo scopo di accelerare, per quanto possibile i processi di autoriparazione, laserterapia, ultrasuono terapia e microcorrenti.
Se, al contrario, l’approccio è di tipo chirurgico, attraverso la ricostruzione capsulo legamentosa, occorrerà osservare un periodo di immobilizzazione post-operatoria.
Riabilitazione e ritorno dell’attività sportiva
La ripresa dell’attività sportiva varia, ovviamente, in funzione dell’entità della lesione (da grado 0 a grado 3) e può andare da un minimo di pochi giorni sino ad un massimo di 90 giorni.